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Una bevanda cinese per il Buddha

LIVIO ZANINI

 

in Maurizio Scarpari e Tiziana Lippiello (a cura di), Caro Maestro… Scritti in Onore di Lionello Lanciotti, Venezia, 2005, Cafoscarina, pp. 1271-1283.

 

Tutti i diritti riservati

 

Abstract

Il consumo del tè ha origine in Cina e precede l’introduzione del Buddhismo in questo paese. Seppure originariamente scollegati, nell'ambito della cultura cinese il tè e la tradizione venuta dall’India sono devenuti gli elementi di un binomio inscindibile. Il presente articolo offre una panoramica dello sviluppo dell’uso del tè in Cina, dalla sua origine nella parte sud occidentale del paese, alla diffusione nel resto della Cina meridionale, al suo ingresso tra i costumi dell’élite, fino alla diffusione in tutto il paese nell’ottavo secolo. L’analisi focalizza sul trasferimento di questa pratica alimentare all’interno del repertorio culturale del clero buddhista cinese e sui fattori che hanno permesso tale trasferimento e che hanno conseguentemente portato al diretto coinvolgimento dei monaci buddhisti nella diffusione della bevanda in tutto il paese. Il tè, come sostituto del vino di cereali, rispondeva al precetto dell’astensione dall’alcol indicato dall’etica buddhista e dalle regole monastiche; in quanto sostanza liquida che poteva essere liberamente consumata nelle ore pomeridiane e serali, era considerato particolarmente adatto ai monaci; inoltre, come stimolante, rappresentava un aiuto concreto per restare desti durante la meditazione.

 

Tea-drinking in China predates the introduction of Buddhism in this country. Although originally unrelated, tea and Buddhism came to form an indissoluble association within the context of Chinese culture. This paper offers a brief survey of the development of tea-drinking in China from its rise in the south-western part of the country, to the diffusion of its production in the rest of Southern China and the establishment of its consumption as an élite habit, to the eventual spread of tea as a national beverage in the eight century. This analysis is focused on the transfer of this practice in the cultural repertoire of the Chinese Buddhist clergy and on the factors that brought to the accomplishment of this transfer with a subsequent direct involvement of the monks in the diffusion of this drink. Tea, as a wine substituting beverage, suited the abstention from alcohol advocated by Buddhist ethic and monastic discipline; it was also seen as a suitable liquid food for the monks’ afternoon and evening consumption, and a stimulant to help them to stay alert during meditation.

 

 

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